“Se abitassi a Melicuccà sarei calabresista” – Gianni Brera ricorda il poeta Lorenzo Calogero
Per tanti di noi la sospensione dei campionati di calcio, il rinvio degli Europei, del Giro, del Tour e di altre importanti manifestazioni delle più disparate discipline sportive rendono questa primavera più che mai triste. Ritengo perciò opportuno che nella nostra Bottega si parli anche di quell’antica amicizia tra poesia e sport che risale addirittura ai tempi di Omero e Pindaro e che in Italia, nel corso dei secoli è stata onorata da un gran numero di poeti (…).
Quando si parla del rapporto tra sport e poesia viene spesso ignorato però il per me delizioso contributo dei giornalisti sportivi tra i quali, non di rado (ne ho le prove), si nascondono insospettabili cultori della poesia.
L’esempio più clamoroso è forse quello di Gianni Brera che nel novembre del ’63, sul Guerin sportivo, attacco un pezzo del suo famoso Arcimatto con queste parole: “Sono diventato padanista e sedentario. Se abitassi a Melicuccà sarei calabresista e sedentario. Trascorrerei fervide serate con Ciccio Calogero a parlare di poesia e a rimpiangere suo fratello”. Per noi oggi che abbiamo Google a portata di mano il rebus è di facile risoluzione: ci basta digitare Melicuccà, Calogero e poesia. Ma allora, negli anni Sessanta, chi mai, tra i lettori di un giornale sportivo, poteva cogliere il riferimento a quel grande poeta calabrese perlopiù sconosciuto (allora come oggi)? E come dimenticare, scrivendo su questo giornale, un “senzabrera” come Gianni Mura – che ci ha lasciato il 21 Marzo scorso – quando del “pirata” Pantani scriveva che “senza bicicletta era come l’albatro di Baudelaire”? Il rapporto tra sport e poesia è fatto anche di belle storie come queste.
